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“In un momento sono sfiorite le rose…” Omaggio a Dino Campana di Nino Beghelli pittore e scultore

di Rodolfo Ridolfi (presidente del Centro Studi Campaniani)

E’ per me e per il Centro di Studi che rappresento motivo di soddisfazione esprimere il compiacimento per questa nuova e preziosa iniziativa culturale di Nino Beghelli ispirata a Dino Campana.

“ Mio antico cuore”, di Nino Beghelli 1991 pastelli a cera, è l’opera che abbiamo scelto come copertina del libro “Campana dal vivo “ scritti e testimonianze sulla vita e sulla poesia del grande poeta marradese che abbiamo pubblicato nel 2002. Questa scelta non è stata casuale. Beghelli è un colto ed eclettico pittore ed un abile ed armonico plasmatore della materia. Proprio la musica, il colore, la pittura, e la scultura sono palpabilmente presenti nella “poetica campaniana”. Nella sua opera che è traduzione letteraria della sua alta cultura decisivo è il rapporto con la pittura e con la scultura , Giotto, Michelangelo, Raffaello Leonardo sono fra le citazioni dei Canti Orfici che Campana predilige. Nel libro “Vita non romanzata di Dino Campana” del 1938 Carlo Pariani ricorda come “La Notte” nei “Canti Orfici” si divida in sedici capoversi e nel nono il nome del Buonarroti richiami il plastico atteggiamento di una scultura: “Michelangelo fece la Notte”.” Venne la notte…….: poi che Michelangelo aveva ripiegato sulle sue ginocchia stanche di cammino colei che piega, che piega e non posa, regina barbara sotto il peso di tutto il sogno umano, e lo sbattere delle pose arcane e volente delle barbare travolte regine antiche aveva udito Dante spegnersi nel grido di Francesca…..”

La reminiscenza Michelangiolesca è fortissima, anche in Beghelli, si pensi alle figure femminili, viste sovente come ultime rappresentanti di una serie infinita che risale fino alle donne antiche, che quasi sempre appaiono con volti e posture che richiamano le arti figurative di altri secoli. In Beghelli, nella sue figure, colgo, ad esempio, il ricordo delle cariatidi de La Notte e le figure bizantine. Talora queste immagini sono quasi esplicite, altre volte ritrovo una traccia chiarificatrice della conoscenza di Beghelli del testo degli Orfici e del carteggio con Sibilla. Condotto da imperscrutabili stati d’animo, Beghelli in questa sua fase artistica è, secondo me, possibile collocarlo in una regione culturale tra classicismo e modernità, e quindi in pieno spirito campaniano.

Marradi febbraio 203