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IL RAPPORTO DI DINO CAMPANA CON IL REGIO ESERCITO: IL POETA DI MARRADI CHE NON FREQUENTO’ L’ACCADEMIA DI MODENA FU A RAVENNA ALLIEVO DEL 40° REGGIMENTO FANTERIA DAL 4 GENNAIO DEL 1903 AL 4 GOSTO DEL 1904

Centro Studi Campaniani “Enrico Consolini”
Premio Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Marradi,13 agosto 2004

di Rodolfo Ridolfi

La notizia che vuole Dino Campana nei primi otto mesi del 1904 presso l’ Accademia Militare di Modena è infondata ed inequivocabilmente smentita dai dati del Registro di Leva del Distretto militare di Firenze, “anno 1885″ e da altri documenti che dimostrano. come il poeta non frequentò l’ Accademia militare e non pensò mai di diventare ufficiale superiore in servizio permanente. Una comunicazione del Distretto militare di Firenze, del 18 dicembre 1903, avvisava «il giovane Campana Dino ….. che la domanda da lui inoltrata per l’ammissione nel plotone allievi Ufficiali del 40° Reggimento fanteria, di stanza in Ravenna, venne accolta favorevolmente e che dovrà trovarsi alla sede del reggimento stesso il giorno 4 Gennaio prossimo alle ore 9 ». Campana, questa è l’inconfutabile verità, fu dunque allievo ufficiale volontario a Ravenna. Questo importante particolare certifica come il poeta di Marradi volesse diventare, almeno per il periodo della ferma obbligatoria, sottotenente , ovvero, quello che oggi definiamo un ufficiale di complemento. Il plotone allievi ufficiali di cui fece parte costitutiva, fra l’altro, un distaccamento del 40° Reggimento Fanteria “Bologna”: istituzione militare che dal 1900 al 1905 ebbe sede a Bologna che le diede il nome per esservi stata costituita durante la seconda guerra d’indipendenza. Il foglio matricolare di Campana e il registro per l’estrazione della leva della classe 1885, documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Firenze, sono chiari al riguardo. Campana, “Possidente” e “benestante”, secondo documenti inediti dell’Archivio della Provincia di Firenze, stava svolgendo il servizio militare a Ravenna dopo aver deciso di anticiparlo di un paio d’anni e di compierlo come sottotenente. Il Poeta aveva approfittato di particolari agevolazioni previste dalle leggi e dai regolamenti del tempo per facilitare l’ingresso temporaneo nei quadri inferiori dell’esercito. ai giovani di buona condizione sociale La decisione di diventare ufficiale subalterno, in linea con il personaggio, anche Rimbaud fu soldato volontario, va correlata con la iscrizione alla Facoltà di Scienze dell’Università di Bologna. Nell’autunno del 1903 Campana, matricola a chimica pura, presenta la domanda di arruolamento come consentiva l’art.48 della Legge sul Reclutamento al 40° Reggimento Fanteria “Bologna”, direttamente «al corpo nel quale aspira[va]prestare servizio». Questa scelta molto probabilmente fu determinata dal bisogno profondo di sentirsi accettato e di rientrare nella “normalità” (Più tardi nel 1911 cercherà di ottenere l’ammissione agli esami di concorso per la carriera di allievo delegato di pubblica sicurezza) e dalla consapevolezza, che una volta.rientrato al reggimento bolognese dopo aver seguito il corso allievi ufficiali presso il distaccamento di Ravenna, avrebbe potuto studiare con maggiore serenità usufruendo della maggiore libertà e indipendenza di cui godevano i sotto ufficiali rispetto ai soldati. Sul foglio matricolare si può leggere come Campana (classe 1885) si arruolasse prima del tempo e fosse

inserito nel contingente dei nati nel 1883. Il 4 aprile 1904 conseguì i galloni rossi di caporale. La riga successiva del documento riporta la seguente annotazione: «Cessò dalla qualità di allievo ufficiale per non aver superato gli esami al grado di sergente, lì 4 agosto 1904». Campana, da Ravenna, fu rispedito direttamente a casa senza nemmeno aver ottenuto il grado intermedio di sergente. Sempre sul suo foglio matricolare si legge: «Prosciolto dal servizio per applicazione dell’art 353 dell’Istruzione complementare al regolamento sul reclutamento». Questo articolo racchiude forse le vere ragioni dell’espulsione di Campana dal corso allievi ufficiali: problemi caratteriali ed il manifestarsi dell’irrequietezza e dell’impulsività? Oppure, progressiva disaffezione da parte sua per quella vita in divisa, fatta di interminabili addestramenti quotidiani all’uso delle armi e di lezioni ripetitive sull’impiego tattico e strategico della fanteria? Le autorità militari rilasciarono, tuttavia, una dichiarazione di buona condotta, poi trascritta sul suo foglio matricolare che gli avrebbe consentito, una volta giunto il momento della chiamata del contingente di leva al quale apparteneva, di poter completare l’adempimento del servizio militare nel Regio Esercito con il grado di caporale. L’anno seguente, con dieci giorni di preavviso, Campana fu chiamato alle armi, e il 24 novembre 1905 si recò alla Caserma del Carmine di Firenze dove richiese e ottenne il rinvio di un anno del servizio militare per motivi di studio. Dopo undici mesi, leggiamo ancora sul foglio matricolare: «Chiamato alle armi per prestare il servizio con la classe 1886 e non giunto perché ricoverato al manicomio di Imola, lì 23 ottobre 1906». L’undici novembre Campana fu congedato d’ufficio, pur mancando la sua firma in calce al verbale (“dichiarazione Mod. 46”) redatto dalla competente commissione d’inchiesta. I due ufficiali e l’ufficiale medico della suddetta commissione stimarono superfluo un viaggio fino a Imola per vedere il caporale Campana che venne congedato “perche al manicomio”. Ciò nonostante Campana «Nel 1915 partecipa alla campagna interventista» e si presenta al Distretto militare di Firenze perchè vuole arruolarsi come volontario per il fronte ma, dopo un accertamento delle sue condizioni presso l’Ospedale militare del Maglio, viene riformato una seconda volta. Campana non si arrende. Dopo due anni, qualche settimana prima di essere ricoverato nel manicomio di Castel Pulci, da dove non uscirà più, tenta nuovamente ed invano la via dell’arruolamento volontario. I documenti confermano quanto Campana racconterà al Pariani e cioè che era stato riformato tre volte: l’ultima il 19 dicembre del 1917. Dino Campana morirà il 1 marzo 1932. Per una svista assai curiosa, non la sola, il timbro “mandato in congedo assoluto” è della fine del 1945 quando lui era morto ormai da più di tredici anni.

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